Omocisteina alta
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Omocisteina alta: perché va evitata e come regolarla
I livelli di omocisteina nel sangue non devono essere troppo elevati per non causare problemi di salute. Scopriamo le cause dell’iperomocisteinemia e alcuni semplici consigli utili per abbassarla.
Che cos’è l’omocisteina?
L’omocisteina è un amminoacido solforato (ovvero, contenente zolfo) presente nelle cellule del nostro organismo. Viene prodotta dal metabolismo della metionina, un amminoacido essenziale che può essere introdotto nell’organismo mediante l’assunzione di alcune tipologie di proteine, ovvero principalmente attraverso il consumo di carne, legumi, uova, latte, formaggi. La produzione e l’eliminazione dell’omocisteina sono regolate dall’attività di enzimi come MTHFR e CBS e di alcune vitamine, in special modo quelle del gruppo B: la vitamina B6 (adermina), la B12 (cobalamina), la B9 (anche nota con il nome di folati o acido folico, a seconda che si tratti rispettivamente della sua forma naturale o sintetica) e la B2 (riboflavina).
A che cosa serve l’omocisteina?
L’omocisteina svolge un ruolo importante nell’organismo: coniugata all’acido glutammico e alla glicina, forma infatti il glutatione, un tripeptide naturale considerato il più importante antiossidante a livello cellulare, un potente protettore del fegato, capace di contrastare l’azione dei radicali liberi e di alcuni metalli pesanti come piombo, cadmio, mercurio e alluminio.
Quali disturbi può causare l’omocisteina alta?
L’accumulo eccessivo di omocisteina, causato da un alterato processo di metilazione, è purtroppo una condizione alquanto frequente, un fattore di stress ossidativo da evitare scrupolosamente se si vuole godere di buona salute in ogni fase della vita. Alti livelli di questo amminoacido provocano infatti danni a livello delle pareti dei vasi sanguigni, facilitando l’adesione del colesterolo e diventando così un significativo fattore di rischio per l’insorgenza di vari disturbi, soprattutto negli anziani. Il fatto che gli individui nella terza e quarta età siano più soggetti all’accumulo di omocisteina è spiegabile con il ridotto assorbimento intestinale dei nutrienti, inclusi quelli importanti per la sua regolazione. Quello del malassorbimento, però, può essere un fattore di rischio presente anche nei giovani, in caso di svariate altre tipologie di malfunzionamento del tubo digerente. Il livello di omocisteina è di norma più alto nelle donne rispetto agli uomini, in special modo durante la gravidanza e nelle donne entrate in menopausa che subiscono una fisiologica diminuzione degli estrogeni. I segnali più tipici che fanno pensare a una carenza di folati e di vitamina B12 (e di conseguenza a un eccesso di omocisteina) possono includere una o più delle seguenti manifestazioni fisiche:
- diarrea;
- vertigini;
- debolezza;
- perdita dell’appetito;
- pallore;
- battito cardiaco accelerato;
- fiato corto;
- dolore alla lingua e alla bocca;
- formicoli e intorpidimento degli arti.
In presenza di tali avvisaglie, il medico curante, che conosce a fondo la storia e spesso anche le familiarità del paziente, valuterà se sia il caso o meno di effettuare un controllo dei valori di omocisteina nel sangue (omocisteinemia) con opportuni esami di laboratorio da eseguirsi a digiuno. In base ai risultati potrà poi eventualmente studiare una terapia adatta nella tipologia e nel dosaggio.
Quali sono le cause dell’iperomocistineimia?
I livelli ematici di omocisteina possono dunque innalzarsi per carenza di folati/acido folico e delle altre vitamine del gruppo B citate sopra: tale condizione, infatti, impedisce il normale smaltimento dell’omocisteina. Risultano particolarmente a rischio di incorrere in questa condizione le persone che scelgono un’alimentazione parzialmente o totalmente priva di alimenti di origine animale (ad esempio quelle che osservano una dieta vegetariana o vegana non opportunamente integrate). Tuttavia, anche lo stile di vita eccessivamente sedentario può essere una causa concomitante dell’aumento anomalo dei livelli di omocisteina. Da non dimenticare tra le ragioni alla base dell’eccesso di omocisteina alcuni fattori ereditari, prima tra tutti l’omocistinuria, una condizione fortunatamente piuttosto rara causata dalla mancanza di un enzima necessario per metabolizzare l’omocisteina, la cistationina beta-sintasi, che ha come conseguenza un aumento anomalo dei livelli di omocisteina nelle urine.
Come si possono regolare i livelli plasmatici di omocisteina?
L’omocisteina nel sangue (omocisteina plasmatica) può essere sensibilmente ridotta mettendo in atto un insieme di interventi a livello di regime alimentare e di stile di vita, ovvero con la sinergia prodotta da una dieta sana, completa ed equilibrata e una vita attiva.
Che cosa mangiare per abbassare l’omocisteina?
Il primo punto fondamentale a proposito di nutrizione è un aumentato introito di cibi naturalmente ricchi di vitamina B12, che possono rendere superflua l’assunzione di integratori alimentari di sintesi. I cibi da prediligere sono i seguenti:
- fegato (di bovino, di agnello, di pollo, di tacchino) e altre frattaglie;
- carne rossa (in particolar modo il manzo);
- pesce (ad esempio sardine, tonno, salmone rosso, sgombro, trota, rombo, pesce persico, pesce spada e aringhe);
- molluschi (soprattutto polpo, ostriche, cozze, vongole e calamari);
- crostacei (granchi e gamberi);
- latte e latticini (mozzarella, ma anche latte fermentato sotto forma di yogurt o kefir);
- formaggi (in special modo quelli stagionati come emmental, fontina, brie, groviera, provolone, camembert e grana);
- uova (di gallina, di oca, di anatra e di tacchino).
Per chi vuole limitarsi ai cibi vegetali, sono una buona fonte di B12 i prodotti a base di soia (sotto forma di fagioli/semi e germogli, ma anche di latte di soia e tofu), i cibi vegetali fermentati (crauti, tempeh, natto, amasake), il lievito di birra e i funghi. In commercio esistono anche cereali fortificati con vitamina B12 (ad esempio, fiocchi di mais o di riso integrale per la colazione). Ottima anche l’integrazione con le alghe, soprattutto spirulina e klamath. Per un maggiore apporto di vitamina B6, si può incrementare il consumo di frutta secca (con guscio) e quello di legumi, di carni bianche, di pesce, di spinaci e patate. Lo stesso nutriente si trova anche in discrete quantità nella frutta, a eccezione degli agrumi. Gli ortaggi e la frutta sono molto ricchi di folati (acido folico): è consigliabile il consumo di molte verdure a foglia verde (lattuga, spinaci, asparagi, broccoli, bietole) e di frutta (in special modo le fragole e le arance). Per preservare al meglio le proprietà di questi cibi è indicato consumarli crudi oppure cotti rapidamente al vapore, poiché, come tutte le vitamine del gruppo B, anche la vitamina B9 è una molecola idrosolubile e termolabile, ovvero che si denatura nell’ammollo e nella cottura. L’acido folico è presente in notevole quantità anche nella frutta secca, nei cereali integrali, nei legumi e in tutte le fonti di proteine animali citate sopra a proposito della vitamina B12. Infine, è consigliabile incrementare anche il consumo di cibi ricchi di betaina (anche nota come trimetilglicina), una molecola che funziona da agente metilante, ovvero capace di contrastare l’eccessiva presenza dell’omocisteina nell’organismo. Si trova soprattutto nelle barbabietole, ma anche in cereali come l’avena e in pseudocereali privi di glutine come l’amaranto e la quinoa, così come anche nei broccoli e negli spinaci.
Altre indicazioni utili
Come in molte altre condizioni fisiche anomale, non si può mai insistere abbastanza sulla riduzione del consumo di alcol e caffè, che in quantità eccessiva producono un aumento dei livelli di omocisteina, così come sull’abolizione del fumo di sigaretta, anch’esso potenziale corresponsabile dei valori anomali. Opportuno anche incrementare l’attività fisica, che contribuisce all’abbassamento spontaneo dell’omocisteina e comunque è utile anche per contrastare l’obesità, che a qualunque età costituisce sempre un fattore di rischio per la salute.